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MA PERCHE’ LA MARATONA DI BARCELLONA NON E’ STATA CORSA IN NOTTURNA?…. PDF Stampa E-mail
Scritto da VANNI LORIGA   
Giovedì 19 Agosto 2010 09:58

SPIRIDON/6

Se lo domanda il Professor Arcelli

MA PERCHE’ LA MARATONA DI BARCELLONA NON E’ STATA CORSA IN NOTTURNA?….

 

 

 

 

 

Ancora una volta una gara di 42,2 km dei grandi eventi “istituzionali” è stata rovinata dagli organizzatori.

Quelli dei Campionati Europei di Barcellona hanno evitato, per fortuna, di farla arrivare allo stadio (ci

sarebbe stata una dura salita finale come alle Olimpiadi del 1992), ma hanno dato la partenza alle 9 locali

e, dunque, hanno costretto gli atleti a gareggiare in condizioni anomale (valori elevati di temperatura e di

umidità dell’aria), addirittura quasi pericolose per la salute. E’ vero che quella del 1° agosto, la giornata

della maratona degli uomini, è stata la più calda e afosa di tutti i campionati, ma non si trattava di una

situazione anomala, straordinaria; rientrava assolutamente fra le situazioni prevedibili, considerata la data

di svolgimento e la località. La partenza, dunque, doveva essere fissata o alla mattina presto, o – meglio

ancora - la sera. Una gara di maratona in notturna, del resto, ha un grande fascino, come si è visto in

passato.

Dato che le manifestazioni “istituzionali” (Olimpiadi, Campionati Mondiali, Campionati Continentali) si

svolgono quasi sempre in piena estate, per chi organizza diventa OBBLIGATORIO – quando si disputano

in località nelle quali, in quel periodo, si possono avere valori elevati di temperatura, di umidità dell’aria e

di irraggiamento solare….. vorremmo saperlo anche noi

Come al solito, per sentire cose sensate bisogna fare ricorso al buon senso.

Qualità di cui è dotato in grande misura il Professor Arcelli, che da sempre rispetta il principio, non

sempre da tutti osservato, che due più due fanno quattro.

Il professore (per antonomasia) ricorda che è sconsigliabile correre verso il caldo: il

concetto è elementare, ma mai rispettato. Si potrebbe obiettare che esistono motivi legati

allo spettacolo per operare una scelta contraria e tecnicamente errata: è vero esattamente il contrario,

perché verso mezzogiorno la gente (in genere) va a pranzo. Correre verso il fresco, cioè in serata, offre i

vantaggi di riservare migliori condizioni agli atleti quando sono più stanchi e permette anche al

pubblico di seguire più agevolmente la fasi decisive della gara. Perché si fa il contrario? E’ una bella

domanda.Arcelli ricorda anche le doti di Viktor Rothlin ed i suoi accorgimenti refrigeranti, derivati dagli

Australiani, per combattere il caldo.

 

Al proposito penso che mi sia consentito raccontare un aneddoto che

riguarda il canottaggio. A metà degli anni ’90 intervistai per la Stampa, giornale con cui collaboravo, il

dottor La Mura, allenatore e zio dei fratelli Abbagnale. Fra le altre cose mi confidò che tutti restarono

sorpresi dall’introduzione dei remi a “scimitarra”. Alla mia domanda se ci fosse da attendersi altre novità

tecniche in vista dei Giochi di Atlanta, fui severamente rimbrottato dal telecronista Galeazzi (in quella

occasione anche quasi addetto stampa) che escluse la possibilità di innovazioni. Ed infatti proprio i

canottieri australiani si presentarono con giubbotti refrigeranti che diedero loro grandi vantaggi.

Perché (almeno così insegnavano alla scuole elementari di un tempo) i sensi non sono soltanto cinque.

Cioè a vista, udito, odorato, tatto e gusto vanno aggiunti il già citato buon senso, il senso comune, il senso

pratico. Se si terranno sempre presenti, se ne avranno enormi vantaggi. E magari Correre diventerà anche

bello…(v.l.)

Sarà vero? Ma ci credo...

Il presidente Arese all'ora prima del 2 agosto comunicò nella conferenza stampa che l'Italia dell'atletica

non era quella dell'epoca d'oro, ma, benché "scema" del metallo che desta la “sacra fame”, qualcosa di

consistente aveva raccolto. Senza autocompiacimenti, una fugace citazione ai tanti progetti in corso

d'opera e realizzati ed allo "spirito" ritrovato degli atleti azzurri quasi tutti, con solo spruzzate di grigiore.

Il presidente ha enumerato, ma forse la memoria lo ha tradito in qualche caso che ha salvato il salvabile.

Può un presidente conoscere tutto e tutti dei suoi ragazzi e degli allenatori che, esterni all'assetto tecnico

federale, operano nella fabbrichetta delle medaglie? Può Arese, per dirne solo una, essere al correntecome

Bragagna- della vita e dei miracoli di Tommaso Ticali che ha trasformato “un’anatroccola” -

Carmela Incerti adolescente- in una macchina umana forgiata per l'endurance? Sarebbe troppo solo

immaginarlo. Ma che, come si vocifera, Arese abbia chiesto ad uno dei più titolati maestri di maratona, la

professione, il ruolo (la eventuale quiescienza) e gli atleti che aveva allenato….., Questa disinformazione

non ci sembra troppa, se sfogliano la rivista Atletica che di molti campioni ha scritto e “fotografato”/

tranne di qualcuna che le medaglie ha conquistato.

Il credulone baciato dalla rima.

Ultimo aggiornamento Venerdì 15 Ottobre 2010 20:28