• L’IMPORTANZA DEL MOVIMENTO DALLA NASCITA FINO ALLA TERZA ETA’ |
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Scritto da DOTT.GIOVANNI ALBERTI
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Martedì 22 Febbraio 2011 06:51 |
- L’IMPORTANZA DEL MOVIMENTO DALLA NASCITA FINO ALLA TERZA ETA’

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- Il primo atto di vita del bambino che viene al mondo, il pianto, è dovuto al mettersi in moto del diaframma e dei muscoli respiratori per permettere appunto al bambino di cominciare a respirare; questo primo atto motorio ci dice che la nostra vita è incentrata sul movimento che sarà modulato secondo l’età in cui viene praticata. Per esempio, nella fascia di età tra i 6 e gli 11 anni, le attività motorie svolte in situazioni di apprendimento, devono costituire un Carico Motorio intendendo con questo termine quell'insieme di attività predisposte dall'educatore sportivo, quali giochi, esercizi, percorsi, circuiti, prove multiple, che superano il livello di sollecitazione motoria contenuto nei gesti comuni ed è finalizzato al pieno ed integrale sviluppo di quel patrimonio di capacità ed abilità motorie del bambino, che, prima ancora di ogni possibile attività presportiva o sportiva, deve soddisfare i bisogni di movimento della vita quotidiana
- La maggiore o minore facilità ad apprendere i movimenti da parte di un bambino dai 7 agli 11 anni circa, è legata a molti fattori: 1) la motivazione 2) l'età 3) le esperienze precedenti 4) la ripetizione 5) la predisposizione soggettiva 6) l'insegnante.
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- Importante è il ruolo del gioco nell’educazione motoria infatti ogni gioco del bambino è caratterizzato da un impegno motorio che appare talvolta limitato, ma che spesso è così vistoso da far ritenere che il movimento costituisca l'aspetto di maggiore rilievo dell'attività ludica.
- L’attività fisica intrapresa sin da piccoli potrà contrastare uno dei mali dei nostri anni, ovvero la malattia ipocinetica, i paramorfismi posturali, come la scoliosi, e quelli metabolici, quale sovrappeso ed obesità .
- Quando saranno superate queste fasi evolutive, troveremo che diverse potranno essere le motivazioni per avviare un soggetto all’attività fisica:  un soggetto sano può avere il desiderio di misurare i propri limiti e quindi si potrebbe dedicare all’attività agonistica; un soggetto invece che ha dei problemi di salute, quali sovrappeso-obesità o problemi metabolici legati ad alterazioni dei valori dei lipidi o dei carboidrati, sceglierà di fare attività fisica proprio per sfruttare gli effetti benefici dell’attività fisica su questi parametri; ma anche chi non ha alcun problema e non vuole, o non può, dedicarsi all’attività agonistica, potrà indirizzarsi a fare attività fisica per mantenere e migliorare il proprio stato di benessere.
- Allo stesso modo è consigliabile che anche i soggetti più avanti negli anni, si dedichino ad una regolare attività fisica è infatti importante per poter mantenere o acquisire una buona forma fisica ed anche per mantenere uno stato di socializzazione. Gli obiettivi primari saranno quindi : il miglioramento della mobilità articolare, della efficienza muscolare e delle capacità aerobiche. Sia nelle prime fasi della vita sportiva che nell’età più avanzata bisognerà proporre attività semplici e motivanti, lasciando spazio alla fantasia e al gioco; sarebbe consigliabile evitare di proporre attività competitive ad impegno cardiovascolare elevato ed  ad elevato impatto traumatico. In modo particolare per i più anziani sarebbe meglio praticare esercizi che abbiano come obiettivo l’incremento della mobilità degli arti superiori, per il mantenimento delle funzioni strumentali, ed il rafforzamento degli arti inferiori per il mantenimento delle capacità funzionali quali il sostentamento e la mobilità ; esempi classici sono il golf ed il ballo. Nelle persone anziane l’attività fisica favorisce la conservazione della massa proteica e ritarda il processo di invecchiamento.
- Per tutti vale il classico consigli di iniziare gradatamente, di effettuare una fase di riscaldamento ed una di recupero, e di praticare, il più regolarmente possibile, un’attività aerobica di almeno mezzora al giorno scegliendo tra quelle più praticabili come una passeggiata a passo svelto o in bici o, se se ne avesse la possibilità , andare a nuotare.
 Giovanni Alberti MD Vicepresidente Nazionale A.I.d.M.E. Docente Facoltà Scienze Motorie Università di Enna- Kore Docente Scuola Medicina Estetica FBF-Roma Responsabile Formazione F.M.S.I.-Sicilia www.giovannialberti.com
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Ultimo aggiornamento Martedì 08 Marzo 2011 08:33 |