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La morte improvvisa e l’attivita’ sportiva PDF Stampa E-mail
Scritto da PROF.GIUSEPPE FRANCAVILLA   
Domenica 27 Gennaio 2013 18:26

La morte improvvisa e l’attivita’ sportiva di Giuseppe Francavilla

IL MEDICO SOCIALE DELLA NOSTRA POLISPORTIVA CI PARLA DELLA MORTE IMPROVVISA NELLO SPORT.

L’attività sportiva non è causa di per sé di aumentata mortalità, piuttosto a volte, può essere da stimolo all’arresto cardiaco sovrapposto causato da situazioni patologiche cardiovascolari predisponenti alle aritmie ventricolari.

Pertanto quando il mondo dello sport viene travolto da eventi mortali improvvisi, chi veramente conosce l’affidabilità di questa branca della Medicina Interna, viene sollecitato a valutare l’evento nella sua interezza per cercare di capire se tutto è stato eseguito con professionalità nella ricerca di eventuali sintomi nascosti.

Uno degli aspetti fondamentali nella strategia di prevenzione della morte improvvisa consiste nella ricerca di segni clinici e strumentali che siano in grado di predire l’evento in maniera affidabile: i così detti markers di rischio.

La morte improvvisa da sport richiede la ricerca di tali indicatori e tutto questo diventa più problematico quando viene rivolto ad una popolazione di soggetti sani, asintomatici o che “si dichiarano tali” .

Nell'ultimo decennio si è assistito in Italia ed in tutte le fasce sociali ad un interesse crescente verso la pratica di attività sportive sia agonistiche che non agonistiche.

Questo naturalmente, se da una parte ha evidenziato una migliore intuizione sociale riguardante un vivere più sano e un tentativo di fare prevenzione nei riguardi dei paramorfismi e di alcune malattie metaboliche e cardiovascolari, dall'altro ha creato una serie di incidenti mortali che hanno messo a “rumore” il mondo dello sport.

Gli incidenti cardiovascolari, ed in particolare la morte improvvisa di giovani soggetti apparentemente sani o adulti impegnati in attività sportive, rappresentano gli eventi più drammatici nella medicina sportiva.

 

 

Non si riesce a spiegare come una persona che ha praticato sport da sempre improvvisamente all’età di 54 anni scompare per un malore ed un giovane atleta di 38 anni muore improvvisamente mentre pratica la propria disciplina sportiva.

L’ identificazione non invasiva degli individui a rischio di morte improvvisa, rimane ancora un problema irrisolto. Gli studi effettuati non sono riusciti a stabilire dei precisi valori di riferimento, riportando un ampio range di valori fisiologici ed una sovrapposizione di valori tra soggetti sani e pazienti affetti da differenti patologie. Pertanto sino ad ora non si è arrivati a risultati univoci di validità dei markers a livello prognostico.

La valutazione della dispersione spaziale del QT(1), come indice di accentuata eterogenicità dei periodi di ripolarizzazione delle diverse aree del miocardio va sempre più confermando l’esistenza di una correlazione tra l’aumento della QTd e l’incidenza di aritmie ventricolari complesse.

Mentre nell’immaginario comune gli atleti sono sempre visti come ideale di giovinezza, forza e salute il verificarsi della morte di uno sportivo o peggio di un atleta diventa ragione di grande interesse da parte dell’opinione pubblica.

Questo dato ci ha indotto, già da qualche anno, come Cattedra di Medicina dello Sport, ad indagare sulla reale utilità di questo marker nell’ambito della popolazione ipertesa, nei pazienti affetti da infarto del miocardio e negli atleti, per accertare in modo inequivocabile la fattibilità dell’applicazione di questo parametro nella strategia di prevenzione della morte improvvisa.

La certezza che una semplice misurazione all’ECG di base possa fornirci informazioni sulla stabilità elettrica del miocardio e quindi sull’eventuale rischio di sviluppare aritmia ventricolare, l’aumento costante del numero di praticanti attività sportive sia agonistiche che non agonistiche, ci persuade sempre più sull’opportunità di effettuare una ricerca per ottenere uno screening cardiologico efficace su tutto il territorio nazionale .

In conclusione, la dispersione del QT rappresenta una metodica rapida, a basso costo e facilmente applicabile che può informarci sulla eventuale probabilità di un atleta o sportivo di andare incontro a morte improvvisa. (Giuseppe Francavilla)

  1. (1)Intervallo QT, un intervallo di tempo che si misura durante l’elettrocardiogramma, e che indica la durata del periodo di ripolarizzazione:
Ultimo aggiornamento Domenica 27 Gennaio 2013 18:27