La Posturologia in un Team di Atletica Leggera Stampa
Scritto da Prof.Francavilla   
Giovedì 03 Dicembre 2009 14:01

francavillaV. C. Francavilla, R. Peritonno, G. Francavilla - Università degli Studi di Palermo - Cattedra di Medicina dello Sport

 

 

La ricerca dei “Records” in chi pratica uno sport a livello competitivo spinge al raggiungimento e al mantenimento della performance. Questi risultati vengono  perseguiti attraverso  nuovi programmi di allenamento che, negli ultimi anni, hanno sviluppato i concetti di programmazione e di periodizzazione. Per ottenere il  massimo sviluppo delle capacità fisiologiche di base e per incrementare le attitudini tecniche individuali si è pensato di agire sui carichi di lavoro.

Ottenere dei risultati impone all’apparato muscolo scheletrico carichi meccanici, la cui entità è legata  al tipo di superficie  su cui si svolge l’attività. In questo contesto, il piede si pone quale mediatore del trasferimento dei carichi tra il corpo ed il terreno. Per il Medico dello Sport quantificare questi carichi, corrisponde a potenziare gli strumenti diagnostici utilizzati in fase di prevenzione e di recupero. Il Sistema Posturale, definibile come un insieme strutturato ad entrate multiple interdipendenti con il compito di opposizione alla forza di gravità e alle forze esterne naturali o artificiali, rappresenta il veicolo principale per il perseguimento di questo scopo. Il raggiungimento  dell’equilibrio durante l’attività fisica  e l’affinamento del gesto atletico ha come risultato finale il conseguimento della performance a parità di condizioni di allenamento, di alimentazione, età e sesso. Si analizzano concetti ormai assodati come la preparazione, l’allenamento, la performance, l’infortunio, alla luce delle nuove acquisizioni scientifiche. Grande importanza in questi anni ha assunto lo studio dell’articolazione temporo mandibolare, del lavoro masticatorio e del collegamento denti-organi-muscoli e le correlazioni con il rachide e l’appoggio plantare. Il gesto sportivo, come tutti i movimenti umani, è il risultato di complesse interazioni muscolo scheletriche che determinano gli spostamenti controllati dei segmenti corporei. La biomeccanica viene riproposta come ammortizzatore tra le funzioni posturali e le regole fisiologiche attraverso un momento statico, una funzione cinetica, un momento cibernetico e il sistema psichico che rappresentano il modo del corpo di dialogare con l’ambiente esterno a condizioni di massima resa e minimo costo energetico. Ogni attività o funzione deriva da una serie di apporti informativi esterni ed interni e si estrinseca come fenomeno di adattamento. Acquisire nel proprio bagaglio culturale la visione globale e posturale del paziente può essere quella marcia in più che serve nella pratica quotidiana ad ognuno di noi.

In atletica leggera le variabili dinamiche del gesto atletico che scandiscono i movimenti dell’anca e del ginocchio e ne modulano l’impatto con il suolo, richiede da parte dell’atleta, una continua ricerca del proprio baricentro durante le brevi assenze di doppio appoggio podalico. Il contatto del piede al suolo avviene circa 5000 volte in un ora di corsa, per un corridore di lunghe distanze, con un peso del corpo raddoppiato o triplicato ad ogni singolo impatto calcaneare.

La biomeccanica applicata allo sport diventa così indispensabile perché garantisce posture idonee e movimenti articolati che vanno a preservare l’atleta da eventuali patologie funzionali.

 

 

Ultimo aggiornamento Giovedì 04 Febbraio 2010 21:26