PASSO...PASSO... DIARIO DI BORDO DI UN MARATONETA: Stampa
Scritto da Paolo Panunzi   
Martedì 20 Settembre 2011 13:23

PASSO...PASSO... DIARIO DI BORDO DI UN MARATONETA:

1° EDZIONE  MARATONA DELL’ACQUA

 

                                          11 SETTEMBRE 2011: Maratona dell’acqua sul lago d’Iseo.

 

una data da ricordare per le emozioni che ho provato nel partecipare a questa competizione.I ricordi si accavallano e non saprei da dove iniziareper focalizzare e raccontare gli eventi capitati  sia nei giorni precedenti, che durante la gara. Forse è bene partire dall’inizio...!Non è da molto che corro, ma se all’inizio, da dilettante, mi bastava partecipare alle gare per puro diletto,per mettere alla prova le mie capacità  fisiche successivamente è subentrato in me,la consapevolezza di non improvvisare.Ho capito quanto siano fondamentali la costanza e la continuità negli allenamenti,prima di intraprendere una gara come la maratona.Ne ho già corso tre ed ho constatato come una buona preparazione aiuta non solo a portare a termine una percorso così lungo,ma anche a non trovarsi impreparati davanti ad un eventuale imprevisto.Con queste premesse, quando ho deciso di partecipare alla maratona dell’acqua ho contattato un personal trainer per farmi guidare nel percorso.Seguendo le sue tabelle,quasi tutte le sere corro per le vie del mio quartiere.e frequentemente mi ritrovo ad incontrare sul tragitto le stesse persone:i negozianti che abbassano le serrande, il fruttivendolo che si attarda nell’attesa di un cliente ritardatario, la signora che aspetta la figlia di ritorno dal turno in ospedale,per darle qualcosa di già cotto da portare a casa.Chi in un modo chi in un altro,mi sostengono con parole e gesti d’incoraggiamento.Tra questi personaggi, spesso incontro anche Roberta,una ragazza dell’età dei miei figli, che porta a spasso il suo cagnolino cieco. Anche lei, non manca mai di regalarmi  un sorriso o una parola di sostegno.L’ho incontrata anche alla vigilia della partenza per Brescia, temendo lo sforzo fisico che sarei andato incontro le ho chiesto di recitare un’Ave Maria per me.Sono sicuro che l’abbia fatto.Come sono sicuro che l’abbiano fatto anche le altre persone che mi vogliono bene.Anche il supporto dello spirito è fondamentale per affrontare le imprese del corpo.Sabato 10 settembre, la data della partenza,tanto attesa ,  finalmente è arrivata.In questa occasione c’è anche mia moglie che è riuscita a organizzarsi tra gli impegni lavorativi e familiari, così può dividere con me gioie e trepidazioni.Con la nuova linea della freccia rossa,puntuale in quattro ore arriviamo a Brescia    dove ad attenderci c’è la nostra cara cugina Ginella. Decidiamo di pranzare in un localino di Brescia,per avere più tempo di raccontarci e chiacchierare.Ci si vede raramente,e quando ci si trova in queste occasioni


si ha sempre tanto da dire, chiedere, informarsi.ma ahimè, Il tempo vola e le cose da fare sono tante.Intanto ci avviamo verso Lovere, da dove l’indomani si partirà per la maratona. e dove abbiamo prenotato una stanza in un  bed and breakfast.Appena entriamo nell’abitato non è difficile individuare gli stand dell’organizzazione,tra una discreta folla di  persone con zaini e tenuta sportiva,ritiro anch’io il mio pettorale.Mi è toccato il 32,un numero che solitamente danno a chi la maratona la fa da professionista,non è il mio caso, ma spero che mi porti bene.che sia di buon auspicio.La tappa successiva è andare a posare i pochi bagagli nel palazzetto dove risiederemo.Ad attenderci troviamo la cortesia e l’accoglienza di una giovane coppia, Francesca e Pierugo, divenuti genitori per la seconda volta due mesi fa di una bella bimba di nome Anna.Anche la stanza la troviamo più bella delle aspettative,è spaziosa e curata, in stile liberty, con arredo d’epoca, ha un terrazzino che affaccia proprio sul lago Iseo.Lovere per l’occasione della maratona,alla sua prima edizione,ha organizzato uno spettacolo musicale in piazza,per noi è un’occasione per conoscere un pò l’ambiente, ci inoltriamo curiosi per i vicoli interni del borgo antico, anche dall’interno ogni tanto s’intravedono squarci del lago, si possono ammirare le luci dei paesini situati intorno allo specchio d’acqua che vi si riflettono.Ma nonostante sia circondato da tanta bellezza,mi sento sopraffatto da una forma di insicurezza che mi fa temere sulla buona riuscita della gara,come se all’improvviso la paura di non farcela abbia preso il sopravvento.Non mi resta che dormirci sopra e sperare che domani mi senta meglio.  Il riposo della notte, come speravo è stato benefico,mi sono svegliato più fiducioso nelle mie forze, il lavoro di quattro mesi non poteva essere stato vano.Una salutare doccia mi toglie ogni residuo di incertezza scendo di sotto per prepararmi una adeguata colazione,la casa è ancora immersa nel silenzio,nella grande cucina trovo ciò di cui ho bisogno,mi trovo a mio agio, come se conoscessi da sempre questo posto.il tavolo è già stato apparecchiato dai padroni di casa,c’è di tutto per soddisfare ogni necessità, riesco addirittura ad adoperare il bollitore per il te un utensile a me estraneo, metto su il caffè per mia moglie, per quando scenderà a fare colazione.In camera la trovo già sveglia, scambiamo le nostre impressioni intanto che mi spalmo le creme sui muscoli delle gambe e sul corpo per ridurre  gli eventuali fastidi durante la corsa,Pupa attacca il pettorale con le spille da balia sulla maglietta della società, la LBM Sport. La mia società, ne dovrò onorare i colori, in fondo ne sono un rappresentante e correre una maratona lontano dalla propria città, con pochi altri atleti della stessa società,lo sento ancora più impegnativo.Fuori ad attenderci c’è una luminosa giornata di sole,la piazza è una esplosione di colori,già centinaia di atleti con le loro magliette colorate stanno facendo piccole corse di riscaldamento,si fanno battute, i gruppi si mettono in posa per le foto ricordo,si respira un’atmosfera giocosa, si scherza,si incontrano amici, si riconosco podisti conosciuti in altre competizioni.Si cerca tra i tanti volti sorridenti di scorgerne qualcuno conosciuto.Naturalmente è più facile nelle gare vicino casa vedere le solite facce,ma qui è più raro che trovare un ago nel pagliaio.Il vantaggio di queste gare in trasferta è che danno la possibilità di incontrare gente nuovae di allacciare nuovi contatti anche se per poco tempo.Ciò che è successo a noi. Nel bed and breakfast ci sono tre stanze e due bagni disponibili per gli ospiti,nella stanza accanto alla nostra c’è un’altra coppia, Laura e Giuliano, è lei a correre domani. Dopo le presentazioni non è stato difficile entrare in simpatia e scambiarci le reciproche impressioni sulla gara e tutto ciò che vi ruota intorno, ci siamo scambiati anche gli indirizzi per inviare le foto scattate in queste manciate di ore.Tra i vari atleti che si scaldano a ridosso di un marciapiedi accanto al lago,c’è un gruppo di Piacenza, vedono mia moglie fare delle foto a me con un compagno dell’LBM, appena incontrato,uno del gruppo si fa avanti e chiede a mia moglie se può scattare qualche foto anche a loro,lei li accontenta ma poi li invita a fare dei salti per rendere le foto più dinamiche e divertenti,in una posa mi metto pure io.In fondo anche questo è lo spirito sportivo:difendere i propri colori ma condividere in un abbraccio colorato la passione per la corsa.Il sole è già caldo nonostante siano quasi le 9,30,siamo veramente tanti sotto il gommone della partenza, trovo il tempo e lo spazio di salutare mia moglie con un bacio prima di essere trascinato lungo il fiume umano.faccio in tempo di vedere nostra cugina appena arrivata da Cazzago,sta accanto a Pupa che continua a scattarmi le ultime foto prima della partenza,dopo un pò già non le vedo più, altri podisti si frappongono tra me e loro.Mi faccio il segno della croce e recito le mie preghiere,certo che lassù qualcuno le ascolti e mi protegga...Sono alla mia QUARTA MARATONA, se la porto a termineconquisto il titolo di nobile della maratona,che la rivista Marathon, di cui sono abbonato,da al maratoneta che effettua quattro maratone in un annocon un tempo non superiore alle sei ore.Sarebbe per me una motivazione in più portarla a termine.Prima del via, si invita tutti a fare un minuto di silenzio per ricordare le vittime dell’11 settembre del 2001.in mezzo a tanto rumore, fatto di musica a volume altissimo del vociare di centinaia di gente, sembra un impresa difficile, invece all’improvviso tutti si zittiscono come se qualcuno avesse spento un interruttore,cala il silenzio su tutta la folla, interrotto solo dal ronzio delle pale dell’elicottero che vola sulle nostre teste per riprendeva dall’alto tutto il percorso dei 42km e 195 metri, lungo i margini del lago.  Al via, come una mandria,migliaia di gambe si mettono a correre,ora il rumore è lo scalpiccio sulla strada,stavolta ognuno è in competizione con se stesso,si sta correndo un’altra scommessa con il proprio corpo e con la propria resistenza.Si percorrono strade che ci regalano panorami stupendi,la bellezza dei siti naturali si fondono in una equilibrata armonia all’opera degli uomini,l’uomo qui non ha stravolto la natura,ma l’ha saputa valorizzata integrandosi nelle sue pieghe.  Peccato che il caldo non facilita molto l’impresa,la fatica comincia a sentirsi,l’arsura sta diventando una variabile imprevista che mette a dura prova ogni sforzo per superarla, non basta l’acqua che ci danno ad ogni ristoro.il fisico è come se ne sia continuamente in riserva. Al 21 km, a metà percorso,mi fa un certo effetto vedere una ragazza molto giovane, distesa a terra con il viso molto pallido, venire soccorsa dal personale paramedico di una ambulanza.Il caldo che pensavo di non trovare da queste parti,mi trova impreparato, è davvero insopportabile, non ricordo di averlo sofferto in questo modo in altre competizioni.Nonostante tutto arrivo al 30esimo km. tenendo a stento il passo che mi ero prefisso,credo che sia nei pressi di Clusane,ad attendermi un’altra sorpresa non prevista,mi trovo davanti un percorso in salita.E’ qui che mi sento le gambe appesantite, faccio veramente tanta fatica a procedere.ogni tanto sento voci di incoraggiamento ai bordi della strada,chi corre sa quanto conti il supporto di chi ti vede fare tanto sforzo. Su un edificio vedo la scritta: “Oratorio Don Bosco”,può sembrare una banalità, ma per me scorgere per quelle vie il nome del mio Santo protettore, al quale indirizzo tutte le mie preghiere,è  un segno di aiuto e di conforto,come se anche li San Giovanni Bosco mi sta vicino e mi protegge. Arrivo nei pressi di Iseo, capisco che il traguardo non è lontano,mancano ancora 5 km. ma sembrano i più interminabili.le gambe non le sento quasi più,devo concentrarmi sulla forza mentale,non posso mollare ad un passo dalla fine,non devo pensare al dolore so che se cedo ora, non potrò più riprendermi, devo continuare a correre con tutta la forza residua che mi resta.La gente dalle villette ci spruzza acqua dall’idrante del loro giardino,una manna per noi,non so se sono più matido di sudore, o solo bagnato dalla doccia degli idranti,Non credo di avere mai sudato tanto,ma forse si pensa così ad ogni gara,l’ultima fatica sembra quella più sudata.Mi arriva alle spalle una voce dal forte accento bresciano gridare:“forza romano è finita!!!!”solo in quel momento dietro una curva vedo la scritta ARRIVO sul gommone,realizzo che sto per tagliare il traguardo...come per miracolo le mie gambe si scordano della fatica e del doloree mi portano al traguardo con uno slancio imprevisto...strepitoso....sono arrivato..ce l’ho fatta....si è finita....Sono le ore 14,51, ho corso senza sosta per 5 ore e 21 minuti.La forza ora la trovo nella voce per urlare per tre volte il nome di chi mi ha sostenuto in queste pazze imprese:PUPA.. .PUPA.. ..PUPA  Mia moglie la trovo al traguardo, mi viene incontro...un largo sorriso, scioglie dal suo volto la tensione per quelle ore d’attesa. Con una mano mi scatta le foto, con l’altra mi da un asciugamano e non so da dove le sia uscita un’altra mano per battere il cinque!Dietro le transenne vedo un gruppetto che mi accoglie con applausi e grida,sono i nostri amici bresciani, Fulvio Giuliana con le figlie e una coppia di amici,venuti apposta per me, per festeggiare insieme il mio arrivo. Con loro c’è pure Gina a complimentarsi per la riuscita dell’impresa. La ragazza col medagliere mi porge la medaglia,lo so che non sono nella condizione più consona ad essere abbracciato,il sudore che ho addosso si avvicina più all’odore di un suino che di un essere umano,ma ugualmente chiedo alla ragazza di infilarmi la medaglia al collo come si conviene ad un vincitore...Sono stanco, ma felice.Sicuramente nella vita si potrebbero fare azioni più nobili di questae meritarsi una medaglia più importante,ma sono anche imprese come questa maratona che fanno degli uomini come me,uomini migliori.Durante il lungo percorso, passo dopo passo ad accompagnarci non è solo la fatica,dopo i primi chilometri siamo in compagnia dei nostri pensieri,e ogni volta lasciamo dietro i nostri passile nostre miserie per riscoprire al traguardo una parte migliore di noi stessi.Grazie alla corsa viene fuori il meglio di noi da condividere con gli altri.L’abbraccio che si da alla persona amata che ci aspetta all’arrivo,è come una riconciliazione col mondo intero.Dopo ogni gara,un uomo nuovo torna a camminare nel mondo.Anche questa volta THE GOLDEN LION

ha voluto gridare la sua voglia di rinascere...

 

Ultimo aggiornamento Giovedì 08 Dicembre 2011 07:29