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Modica: "alla faccia dei critici" PDF Stampa E-mail
Scritto da A.Passarello   
Mercoledì 02 Dicembre 2009 14:23

modica(29/08/1999)

Modica: "alla faccia dei critici" (29/08/1999) - Gazzetta dello Sport

"Non credevano in me, meglio così, mi hanno caricato, ma adesso voglio fiducia"; la prima reazione e' di rabbia: "mi sacrifico da dieci anni ma quando si e' trattato di scegliere i probabili olimpici sono rimasto fuori"; poi parla della gara: "ammiro Bordin, ma sono un corridore all' Antibo, tutto d' attacco; conoscevo la mia condizione e ho gestito la corsa in un modo perfetto"

 

Lo splendido argento nella maratona non placa lo spirito polemico del piccolo siciliano Modica: "Alla faccia dei critici" "Non credevano in me. Meglio così , mi hanno caricato, ma adesso voglio fiducia" DAL NOSTRO INVIATO SIVIGLIA (Spagna) - Da undici anni e' sempre lì , indistruttibile ed eterno: per questo forse si e' fatto crescere la barba alla Mosé . E' l' uomo per tutte le stagioni, l' azzurro che trovi dappertutto: dalla pista al cross, dalla maratona alle piu' piccole corse su strada. E forse per questo ha due nomi: Vincenzo all' anagrafe e Massimo per gli amici. E' un poliziotto siciliano che ogni volta sembra portarsi dietro un pezzetto della sua terra: per questo ieri, dopo un argento mondiale che completa la sua rivoluzione mentale da comprimario a protagonista, ha dedicato il successo alla sua gente, a una citta' intera che dopo il bronzo europeo di Budapest lo ricevette come un re e che stavolta forse gli preparera' un' accoglienza da papa. E' fatto cosi' Vincenzo Massimo Modica, 28 anni da Mistretta, un paese che le carte geografiche mettono in provincia di Messina e che in realta' e' al confine fra tre province: Messina, Palermo e Caltanissetta. Da quando l' avevamo visto nell' 89 vincere il bronzo dei 10.000 agli Europei juniores nell' irripetibile quartetto d' oro completato da Bennici, Leuprecht e Baldini, non e' cambiato. Un ragazzo dal cuore d' oro ma anche dalla chiacchiera sciolta che, chissa' perche' , da' sempre l' idea di un pulcino bagnato in cerca di protezione che ti fa sentire in colpa. La sua taglia e' ancora piu' piccola di quella di Mori (1.68 per 53 kg) ma neanche 11 anni di atletica hanno esaurito un sano senso di rivalsa. "Eccovi qui, voi che non credevate in me alla conferenza stampa - si e' presentato dopo l' argento -. Fate bene, perche' proprio cosi' mi caricate. Sono andato a dormire arrabbiato alla vigilia, ma per fortuna c' e' chi crede in me". E il nome dell' allenatore Tommaso Ticali e' diventato l' intermezzo di ogni dichiarazione finche' non e' spuntata la sua voce al telefonino. Laconica, tanto per dare a Modica il tempo di sciorinare a memoria le tappe della carriera. "Trovatemi un altro che ha fatto 9 Mondiali di cross e gli ultimi due li ha saltati solo per la maratona. Trovatemi un altro che ha vestito 21 maglie azzurre, che e' stato bronzo juniores in pista e ora ha due medaglie nella maratona. Trovatemi un altro che ha fatto 10 volte il Campaccio e che il 6 gennaio e' sempre stato pronto a sfidare il freddo. Eppure, chissa' perche' , io non sono stato inserito qui tra i favoriti pur venendo dal bronzo di Budapest. E sono stato escluso anche dall' ultima lista dei p.o. olimpici dove sono entrati la Alfridi e la Fiacconi". Ma ce n' e' per tutti, anche per i tecnici azzurri che lo hanno trascurato: "Tutto perche' invece di seguire gli altri a Dimaro me ne sono stato a casa con mia moglie Mariella e mio figlio Francesco Saverio di 18 mesi. Ma loro non sanno quanto e' importante per me mia madre Maria Grazia e quanto lo era mio padre Francesco, che faceva il bidello in una scuola media e si e' sacrificato per crescere 6 figli. E soprattutto i tecnici non sanno che Mistretta, a 1000 metri sul livello del mare, e' il miglior posto al mondo per preparare una maratona". Vincenzo l' arrabbiato ma soprattutto il generoso. Perche' sbollita la rabbia, archiviata con pudore la telefonata della moglie e del figlioletto, emerge soprattutto l' impegno indescrivibile di questo ragazzo che nella Polizia ha trovato una casa naturale: "Il mio modello e' sempre stato Bordin, ma noi siamo diversi nel carattere e soprattutto nella corsa: lui era un difensore, io un attaccante. Sono un corridore alla Antibo e penso di averlo dimostrato anche stavolta. "Sono certo che qualcuno mi ha rimproverato per essere stato sempre davanti ma conoscevo la mia condizione e sapevo che il marocchino e il giapponese non sarebbero mai arrivati. Ho gestito tutto bene, non mi sono mai staccato e dopo il 35o km sono partito dietro Anton per l' argento e il titolo di squadra". E soprattutto Modica ha finalmente battuto il caldo, la sua bestia nera. "Ma ad Atene io il caldo l' ho affrontato di mattina. E poi a Roma, dove dite che ho deluso, venivo da un tour de force tra impegni societari ed azzurri. Io sapevo che stavo benissimo e ora non voglio arrabbiarmi piu' . Voglio solo che mi diate finalmente fiducia, voglio che questo argento mi porti a Sydney". Ma una vittoria di squadra e' fatta anche di tanti tasselli. Come quello che ha portato il delusissimo Goffi, quinto: "Ho sbagliato tutto: dai rifornimenti alla gestione della gara. Ma l' infortunio mi ha tolto mesi importanti e le gambe non giravano nel momento decisivo al 35o km". E come quello di Caimmi arrivato 10o con due martelli al posto dei piedi: "Ho avuto i crampi ai glutei, mi sono fermato 10 volte e sono arrivato solo per la squadra". Uno spirito che ha animato anche Barbi, 20o: "Ho sofferto il caldo e anche il male a un piede". Una Coppa di tutti. Fausto Narducci Magnani: "Che salto di qualita' per Vincenzo" SIVIGLIA - La coppa del Mondo a squadre della maratona e' la medaglia d' oro del programmatore del settore e di tutti i tecnici che con lui hanno collaborato. Massimo Magnani ha un groppo in gola e promette ancora battaglia. "L' abbiamo meritata. E' tutto l' anno che battiamo la Spagna, lo faremo anche a Sydney il prossimo anno", dice fiero. Una dichiarazione di guerra a cui subito aggiunge: "Penso non si possa dire niente alla maratona italiana, e' ai suoi migliori livelli. Senza Baldini e Leone, contro la miglior Spagna... I ragazzi sono stati eccezionali. Modica con il terzo posto dello scorso anno agli Europei di Budapest ha compiuto un salto mentale importante. Perche' il suo motore era gia' buono, era il pilota che doveva crescere. Ed e' cresciuto. "La differenza nella maratona la fa la testa, le gambe non bastano. Bisogna saper gestire le proprie risorse, credere in se stessi, buttarsi dentro alla battaglia al momento giusto. Temevo la generosita' di Modica nella prima parte della gara, quel suo stare davanti a fare il ritmo poteva costare moltissimo dal punto di vista nervoso. Invece gli ha dato sicurezza. Goffi quando e' calato poteva lasciarsi andare, invece ha lavorato per la squadra, e' stato encomiabile, un vero campione. Purtroppo a Goffi e' mancata per infortunio una parte importante del lavoro invernale, ma rimane una nostra punta. Caimmi ha sofferto di crampi, ma ha stretto i denti ed e' stato determinante per la nostra vittoria a squadre". Adesso davanti c' e' Sydney, i Giochi del nuovo millennio. "Abbiamo una rosa di cinque uomini fra cui scegliere i tre - riprende Magnani - Baldini (che dovrebbe rientrare nei campionati Europei di cross in Slovenia a dicembre, ndr), Leone, Goffi, Modica e Caimmi. Non sara' facile scegliere e spero solo che non sia necessario affrontare prima prove agonistiche troppo impegnative". pa. m. Anton, adesso e' lui il re di Spagna SIVIGLIA - (f.n.) Vincenzo Modica ha raccontato agli spagnoli che al 37o km, quando il keniano Biwott e' entrato in crisi, ha ricevuto da Anton una pacca sul sedere per andare a prenderlo insieme, ma che poi al rifornimento ha avuto l' attimo di distrazione che ha permesso allo spagnolo di prendersi l' oro. Ma il 36enne campione iridato di Atene ' 97 ha incassato il bis senza troppi ringraziamenti: "Qui ho avuto piu' rivali di due anni fa e sapevo di dover controllare soprattutto gli italiani, ma quando sono partito al 37o km non ho piu' avuto problemi. E la differenza e' anche che qui ho vinto davanti ad un pubblico meraviglioso che mi ha incitato in continuazione". Dopo quattro Mondiali falliti nei 5000, ecco dunque che l' uomo di Soria diventa bicampione iridato di maratona dopo aver tenuto in apprensione la Spagna con gli infortuni. Un curriculum da dividere con Fermin Cacho, compagno di allenamento (il comune allenatore e' Enrique Pascual) e anche di affari, visto che nel nord della Spagna i due hanno due negozi di abbigliamento che portano il nome del mezzofondista. Ma a Soria il maratoneta si e' rifatto con una strada che porta il suo nome e una popolarita' che ora eguaglia quella di Fermin. Per la 4x400 donne finale da primato? SIVIGLIA - (a.b.) La fortuna non guasta mai. E' anche grazie a questa se la 4x400 femminile azzurra ha conquistato l' accesso alla finale odierna. Nigeria e Romania non si sono presentate e centrare la seconda piazza utile per la qualificazione diretta, alle spalle degli Usa, e' diventato quasi un gioco da ragazzi. "Avrei potuto spingere di piu' - spiega Virna De Angeli, l' ultima frazionista - ma quando ho capito che la rappresentante di Barbados non mi avrebbe ripreso, ho tirato il freno a mano". "Essere tra le prime per noi e' come aver vinto una medaglia", aggiunge Patrizia Spuri. "In finale possiamo andare all' attacco del primato italiano", sostiene Danielle Perpoli riferendosi al 3' 26"69 ottenuto in coppa Europa a Parigi. Rispetto al quel quartetto, la novita' e' stata Monika Niederstatter che ha saputo solo in mattinata di dover prendere il posto di Francesca Carbone, alle prese con una mezza indigestione: "Ora sta gia' meglio, la titolare e' lei. Sono pronta a farmi da parte". Niente da fare invece per la 4x100 maschile: "Il nostro obiettivo - dice Colombo - era comunque scendere sotto i 39".

Narducci Fausto, Molinaro Pierangelo

Ultimo aggiornamento Giovedì 31 Dicembre 2009 08:45