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Fratelli d' Italia e' l' inno della maratona PDF Stampa E-mail
Scritto da A.Passarello   
Mercoledì 02 Dicembre 2009 14:59

loghi(23/08/1998) - Corriere della Sera

Europei di atletica di Budapest
Fratelli d' Italia e' l' inno della maratona

Baldini oro, Goffi argento, Modica bronzo: storica tripletta sotto la pioggia di Budapest. Da vittoria annunciata a trionfo travolgente: gli azzurri cancellano gli avversari e occupano ogni posto sul podio. Un successo di squadra che vale anche la Coppa Europa. Stefano, medaglie e ingaggi per sfuggire al lavoro di contadino.

DAL NOSTRO INVIATO BUDAPEST - L'asceta e il contadino. A ruoli invertiti: primo il contadino, secondo l'asceta. Stefano Baldini, l'uomo dei campi, l'agricoltore di Rubiera, in provincia di Reggio Emilia, che alla zappa preferisce il sudore della corsa, aspetta il quarantunesimo chilometro per dare la strattonata decisiva alla maratona d'Europa. Dietro di lui, quasi fulminato dalla sorpresa, scivola lieve Danilo Goffi, l'asceta di Nerviano, il "mulo" da lavoro tanto invidiato dai compagni di allenamento che hanno gia' la lingua lunga quando lui comincia appena a riscaldarsi.

 

Due metri di distacco, cinque, poi venti, infine cinquanta: non e' l'abisso, ma per Goffi e' qualcosa che gli assomiglia. Piu' indietro, solitario come un cavaliere della foresta, avanza con la sua andatura sghemba anche Vincenzo Modica, la variabile impazzita di questa corsa che sta per colorarsi di Italia. Vincenzino ha solo ventisette anni, ma corre da una vita ed e' gia' un veterano: al bronzo non credeva nemmeno lui, e dunque fa tenerezza il suo bacio alla pista un metro dopo il traguardo, come Bordin a Seul 1988. La festa e' qui, su questa pista antica, piena di ricordi e di suggestioni, per la piu' clamorosa, eclatante, vittoria dell'atletica azzurra dai tempi di Mei - Cova - Antibo, finale dei 10 mila metri, Stoccarda 1986.

E' qui ed e' sui volti di questi bravi ragazzi che adesso si contendono un bandierone italiano e lo sventolano per un giro d'onore da sogno. Non conosceranno le parole dell'inno, ma in quella bandiera stretta nelle loro mani si nascondono significati piu' profondi: l'orgoglio di appartenenza a un gruppo vincente, la sensazione di aver portato a compimento una sfida contro se stessi, il tema della gioia liberata dopo le tensioni della vigilia.

Baldini non piange come hanno fatto tanti altri prima di lui: il ragazzo ha le radici piantate nella campagna, la faccia furba e gli occhi del disincanto. Dicono che sappia fare bene i conti, e in effetti l'ha dimostrato ieri, quando ha chiesto a Goffi di aiutarlo a staccare gli spagnoli per poi fulminarlo a mille metri dall'arrivo. Tutto regolare, comunque: il primo a congratularsi con Stefano e' stato proprio Danilo. "Oggi a lui, domani a me: ha usato le sue carte, io le mie. Appuntamento al prossimo anno". Gia', il prossimo anno. Non sono ancore finite le feste che gia' nasce il contenzioso: Stefano Baldini, uomo concreto, pragmatico, atleta da 300 milioni l'anno, ha gia' manifestato l'intenzione di non partecipare alla maratona mondiale di Siviglia, preferendo correre una 42 chilometri in primavera, probabilmente a Londra, tradizionale appuntamento per cacciatori di gloria e di denari. Goffi ha invece gia' puntato il dito sulla Spagna: vuol concedere la rivincita agli atleti iberici battuti ieri, i Rey, i Gomez, i Pena, travolti dall'onda azzurra scatenatasi su Budapest.

Atteggiamenti diversi per un problema che si porra' piu' avanti, ma il guardare lontano appartiene alla cultura di Baldini, al suo modo di pianificare la vita e la carriera di atleta. Ottavo di undici figli, nato di maggio, anno 1971, Stefano era il meno talentuoso della banda dei quattro (con Leuprecht, Bennici e Modica) che nel '90 vinse il bronzo europeo juniores di cross a squadre. A casa non vedevano di buon occhio questo suo amore per l'atletica, considerata dal padre una pura perdita di tempo mentre la campagna reclamava due braccia giovani e forti. Stefano gli ha fatto cambiare idea a colpi di ingaggi e premi

BUDAPEST - Tutte e tre le medaglie individuali, piu' il titolo di campione d'Europa a squadre, travolgendo lo squadrone spagnolo. Da non credere, se non fosse tutto straordinariamente vero. I giovani maratoneti azzurri ieri mattina hanno mostrato per tutti i 42 chilometri e 195 metri di Budapest una superiorita' schiacciante. Il finale di gara, corso sotto i tre minuti al chilometro, ha isolato al comando i due atleti piu' forti, Stefano Baldini e Danilo Goffi.

La medaglia d'oro ha poi premiato il primo, piu' determinato e veloce nel chilometro conclusivo; Vincenzo Modica, che era stato sempre in testa fino all'altezza del 37esimo chilometro a fare il battitore libero, aveva ancora la forza di conservare senza affanni il terzo posto. Fatto l'en plein per le medaglie, occorreva pero' un altro piazzamento importante per il titolo a squadre. Lo otteneva il bravissimo 24enne di Sorrento, Giovanni Ruggiero, rimontando negli ultimi 15 km ben venti posizioni.

Risultato clamoroso, questo di Budapest, ma non inatteso, anche se la Spagna mancava di grandi protagonisti come Fiz, Anton e Roncero; ma ieri sarebbe stata dura anche per loro contro la freschezza atletica dei nostri due moschettieri.

PROGRAMMAZIONE - Baldini, Goffi, Modica e gli altri azzurri in gara hanno soprattutto dimostrato di aver ben programmato la loro stagione agonistica: nessuna distrazione nelle varie kermesse stradali ben remunerate, ma poche gare mirate a collaudare la bonta' della preparazione svolta. Una scelta saggia che poi finira' per far guadagnare loro piu' danaro in futuro, sotto forma di ingaggi, a parte i premi federali vinti qui a Budapest (40 milioni a Baldini, 25 a Goffi, 15 a Modica con l'aggiunta di altri 6 milioni a testa per la vittoria in Coppa Europa).

ALLENAMENTI - I risultati di Baldini, Goffi e Modica sono anche il frutto di grandi esperienze tecniche maturate negli anni 80 nelle diverse scuole del mezzofondo italiano. Modica e' uno dei tanti talenti nati in Sicilia ben rappresentati dalle passate imprese di Salvatore Antibo.

RIVALITA' - Lo scontro frontale fra Baldini e Goffi ha anche fatto rinascere nell'ambiente un sano agonismo interno che non puo' che far bene, ridando un po' di pepe ad un movimento che si stava afflosciando. Proprio le grandi rivalita' nate negli anni 80 fra Bordin, Cova, Panetta, Mei e Antibo in ogni occasione avevano fatto crescere il nostro mezzofondo ai massimi livelli mondiali, mostrando ai giovani l'unica strada da percorrere: quella dei sacrifici, della concentrazione in allenamento e della ferocia agonistica in competizione.

PROSPETTIVE - Sono confortanti, considerata la giovane eta' di tutti i nostri atleti. Baldini e Modica sono del 1971, come lo sfortunato Giacomo Leoni, altro ragazzo di grande talento. Goffi e' del 1972, Ruggiero addirittura del 1974. Fra gli spagnoli, invece - nella prospettiva mondiale di Siviglia 1999 - Anton e Fiz avranno rispettivamente 37 e 36 anni, mentre il grande pericolo e' Fabian Roncero che, oltre ad aver corso quest'anno la maratona in 2 ore 7'27", ha pure realizzato sui 10000 metri il grande tempo di 27'14".

Alla rassegna iridata spagnola dell'anno prossimo potrebbe esserci Goffi e magari non Baldini, per differenti scelte tecniche. I due poi si ritroveranno sicuramente a Sydney 2000 per il grande traguardo olimpico di fine secolo per cercare un successo storico. "La nostra vera forza e' di essere un gruppo vincente", ha detto ieri Baldini dopo il trionfo. Speriamo sia stato profetico. Giorgio Rondelli

Colombo Claudio

Ultimo aggiornamento Giovedì 31 Dicembre 2009 08:42